Hasselblad è cinese: DJI ora è azionista di maggioranza

Hasselblad ormai parla cinese: lo storico marchio di Göteborg, fondato nel 1941, è finito sotto il controllo di DJI. Il produttore di droni aveva già investito nell’azienda di fotocamere professionali nel novembre 2015; a luglio 2016 la collaborazione si è concretizzata nell’annuncio del primo quadricottero professionale dotato di fotocamera medio formato.
Sotto la guida del nuovo CEO Perry Oosting Hasselblad aveva messo a frutto i capitali cinesi per riorganizzare l’azienda e finanziarne il piano di rilancio, culminato a giugno 2016 con la presentazione della X1D, la prima macchina digitale mirrorless medio formato. Un’operazione coraggiosa, che prevedeva una cesura netta con il passato.
Ma se i prodotti sbagliati si possono abbandonare e magari dimenticare, gli investitori precedenti hanno continuato a battere cassa. E così ora Hasselblad ha fatto un passo ulteriore e per certi versi prevedibile: ha concesso a DJI di rilevare la maggioranza delle quote della società.
Sia Hasselblad che DJI hanno mantenuto il più stretto riserbo, ma numerose fonti indipendenti confermano la scalata, suggerendo che all’interno dell’azienda svedese l’operazione sia un segreto di Pulcinella. Kevin Raber, il fotografo professionista che per primo ha reso pubblica la notizia, sul suo blog parla apertamente di acquisizione.
Non è dato sapere che cosa succederà adesso ad Hasselblad, se non altro perché nessuna delle due aziende coinvolte ha ancora confermato né tantomeno commentato l’indiscrezione. Ci saranno di sicuro dei cambiamenti, ma è possibile comunque che il marchio di Göteborg continui ad operare come una controllata indipendente. Dal punto di vista finanziario il supporto di una società madre senza troppi problemi di liquidità è una buona notizia, a patto che la nuova direzione cinese decida di procedere con l’esecuzione del piano industriale presentato nel 2016 dalla nuova direzione Oosting. A DJI sicuramente l’associazione con un marchio blasonato come Hasselblad servirà anche per favorire la propria espansione internazionale e per rinforzare il dominio sul mercato dei droni video-fotografici.
La X1D, la fotocamera del grande rilancio, finora è uscita dai magazzini svedesi in pochissimi esemplari a causa di ritardi nella finalizzazione del firmware e di alcune difficoltà produttive legate alle forniture giapponesi (ottiche e sensori). Gli ordini - la maggior parte ancora da evadere - sarebbero nell’ordine delle migliaia, a riconferma che Hasselblad si trova fra le mani un successo di difficile gestione. In attesa che DJI condivida i propri piani, rimane solo da sperare che tutto il lavoro fatto fin qui dalla nuova Hasselblad dell’era Oosting non finisca nel nulla. Per il settore della fotografia professionale sarebbe una perdita enorme.
fonte: LA STAMPA
